Un Totem nero di cinque metri svetta sul monte Agnello. A realizzarlo non è stato l’indiano del Canada Gordon Dick, ma il trentino Sandro Scalet.
Fra i due artisti ospiti della Manifestazione d’arte contemporanea nella natura RespirArt 2014 è avvenuto uno scambio sorprendente di storie ed esperienze.
Il Parco d’arte RespirArt Pampeago racconta così identità di popoli attraverso materiali, simboli e forme d’arte moderne.
Per creare l’installazione artistica “Siamo tutti connessi”, Gordon Dick ha scelto il cedro, un legno a lui familiare. “Il vostro cedro però – ha ammesso – non è tenero come il nostro, sembra rigido come l’inverno in montagna”.
Davanti alla sua opera, sorta nel parco d’arte RespirArt, c’è solo un punto dove si legge la perfetta connessione fra i simboli che la compongono. “Il camminatore deve rallentare il suo passo – dice Gordon Dick – per notare il collegamento con la natura”: Il suo invito è quello di vivere una completa simbiosi con l’ambiente circostante, procedendo con passo lento.
L’indiano del Canada, attraverso l’arte, sta restituendo una storia al suo popolo, poiché per circa cent’anni nella sua riserva è stata vietata ogni espressione artistica, compresa la danza. Non solo. I bimbi venivano strappati dalle famiglie all’età di cinque anni per essere cresciuti nelle scuole dei bianchi. E’ stato tentato di tutto per annullare l’identità di questo popolo che ora sta risorgendo.
Gordon Dick, fondatore della Ahtsik Native Art Gallery, porta nel mondo la cultura del popolo indigeno Nuu-chah-nulth e, in particolare, della tribù Tsheshaht che abita la costa occidentale dell’isola di Vancouver. Le sue sculture raccontano la storia di un popolo, distribuito in 15 nazioni, ancora capace di provvedere alla sua sopravvivenza utilizzando solo le risorse naturali.
L’artista, che recentemente ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali a New York e a Seattle, si dedica alla realizzazione di gioielli, dipinti e sculture legati alla cultura indiana, incastonando pietre e metalli preziosi.
La sua opera rappresenta l’invisibile ma tenace connessione fra gli uomini e la natura.
“Quando assisto alle ripetute azioni devastati contro la natura e la vita di interi popoli penso che alle spalle di ogni conflitto e di ogni sopruso ci sia l’infantile bisogno di prendere. Mio nonno mi ha insegnato a prendere solo lo stretto necessario e a ringraziare per ogni cosa che la natura mi offre.
Gordon Dick ha partecipato con entusiasmo all’attività di RespirArt proprio perché esprime un ringraziamento alla natura attraverso la libera espressione artistica.
“Siamo inevitabilmente connessi alla natura – precisa l’artista -. Ma per comprenderlo dobbiamo smettere di correre. Fermiamoci a pensare con responsabilità e amore alle generazioni future. Questa nuova epoca di condivisione non può limitarsi all’utilizzo dei social media. Condividere è molto di più e porta molto più lontano”.
Stupendo… è da sempre che ammiro questo popolo, la loro
saggezza, il loro rispetto per la Natura. E’ proprio così, siamo
tutti connessi, da sempre. Se si riuscisse a capire fino in fondo,
le cose migliorerebbero a livello globale. Loro lo hanno sempre
saputo, dovremmo inchinarci e soprattutto imparare da loro.
Con ammirazione e rispetto, Lorenza.
http://lorenza5.wordpress.com/2012/04/22/22-aprile-giorno-della-terra/
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